COMUNICATO STAMPA:
TROFEO CONI 2016, LA PUGLIA QUINTA NEL KARATE
La rappresentativa regionale della Puglia è stata accompagnata a Cagliari dal maestro Vito Simmi
Cagliari – Una competizione dai grandi numeri e dalle grandi aspettative, all’insegna dello spirito agonistico e dei giovani talenti. Il Trofeo Coni 2016 si è svolto quest’anno a Cagliari, dal 22 al 24 settembre, con 45 discipline sportive e oltre 3mila giovani atleti delle rappresentative regionali provenienti da tutta la penisola.
Il karate pugliese non poteva di certo mancare, con una squadra di cinque ragazzi e ragazze tra i 13 e i 14 anni, accompagnate dal maestro Vito Simmi, in una sinergia di esperienza e freschezza.
“I ragazzi si sono comportati in modo esemplare – mi racconta il maestro – si sono qualificati quinti. Abbiamo iniziato molto bene, ma siamo poi usciti contro la Campania, perdendo per 2 a 3.”
La squadra di giovanissimi pugliesi che ha preso parte alla gara è composta da Marco Mininni, Lippolis Giada, Francesco Simmi, Giulia Palmisano e Alessio Nacci, ragazzi promettenti e agguerriti, alle prime esperienze in campo nazionale.
“Abbiamo trovato squadre in gamba, più forti di noi, anche se meritavamo la medaglia. Infatti poi la Campania, contro cui siamo usciti, ha vinto l’oro. Un po’ ha giocato l’abilità degli avversari, un po’ l’emozione dei nostri atleti, a cui sicuramente quest’esperienza insegnerà tanto, diventando sempre più sicuri delle proprie abilità. L’unica pecca della gara è stata forse l’organizzazione – continua – anche se è facile comprendere quanto sia difficile portare avanti una competizione così grande”.
Una squadra di giovanissimi, accompagnate da un vero e proprio pezzo di storia del nostro karate, uno dei primi maestri in Puglia, che ha allenato per oltre 20 anni la nazionale e che ancora non si ferma.
“I ricordi legati al karate sono tanti, di viaggi in America, Africa, Australia. L’ho visto trasformarsi, adattarsi ai tempi e alle esigenze agonistiche. Ho visto atleti giovani diventare maestri. Ma le emozioni che ti regalano i ragazzi sono sempre tante. Una gara del genere non è solo una competizione per loro e per me, ma è un’esperienza di viaggio, di vita. Ho ancora tanto da insegnare alle nuove leve, ma ho ancora tanto da imparare da loro. In questa occasione ho avuto modo di conoscerli meglio. Mi piacciono queste trasferte perché ho sempre modo di imparare cose nuove. I nuovi viaggi si aggiungono ai vecchi ricordi e mi danno nuove energie. Dai ragazzi che alleno e che accompagno traggo linfa, la loro giovinezza e spensieratezza mi mantiene più giovane”.
Il karate che insegna e che cambia, quindi, raggiungendo nuove mete e nuovi obiettivi, come la tanto attesa partecipazione alle Olimpiadi, che rappresenta una grande opportunità per il nostro sport. Ma cosa comporterà questa novità? Apporterà modifiche al karate?
“Il karate è cambiato tanto dal passato ed è normale che sia così. Il karate si evolve, i regolamenti si uniformano e la pratica sportiva si standardizza. E’ giusto che i ragazzi conoscano le origini dello sport che praticano, ma è inutile esaltare il karate tradizionale a discapito di quello sportivo, come a volte capita. Il karate è semplicemente karate e come tutti gli aspetti della vita e della società si evolve, cambia e si adatta alle novità. Non credo che le Olimpiadi provocheranno un grande cambiamento. Il karate continuerà semplicemente ad evolversi come ha fatto finora, niente di più”.
Sara Perilli